Lontananze

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Perché giorni ed eventi così lontani, nel tempo, influenzano ancora la mia vita di oggi?
E quando dico eventi mi viene una facile contrazione, se si può fare, che trasforma la parola in: venti. Che sembrano tali, non lo avevo mai notato. Mi sferzano il viso, creando rughe che ogni tanto osservo preoccupato allo specchio. Crescono? …è strano, in certi giorni sembrano sparire. Ma poi tornano.
A volte sento voci o seguo pensieri che mi incantano, e per un po’ il mio volto si spiana di luce.
La speranza.
Ma è tutto un guazzabuglio, diciamolo, una selva intersecata da sentieri che portano sempre negli stessi posti, che poi si confermano quali vicoli ciechi. Se siete amanti dei fondoschiena (come me) vi propino un bel cul de sac. Che tanto lo sapete cosa significa.
Ho concatenazioni di sinapsi che sembrano itinerari di noiosi tour operator, ognuno con la propria meta, sempre la stessa. Tante belle stradine, infiniti piccoli giochi dell’oca.
Questo è lo stato delle cose: di solito parto armato di una buona intenzione, un bel proposito, un ambizioso obiettivo. Da qui inizia un tortuoso percorso, che segue uno dei miei molti tracciati nella foresta, e che termina nella situazione opposta a quella che avevo pregustato. In pratica, faccio l’opposto di quanto mi ero ripromesso. Succede anche a voi, non negatelo. Se non vi succede, siete parecchio ganzi.
Però, adesso sono indeciso se mantenere l’immagine dei sentieri nella foresta o ipotizzare piuttosto che vi siano un certo numero di ometti, nella mia testa, che prendono il comando a turno. Magari a volte litigano pure.
Non lo so, ma questa immagine mi piace di più.
Mi riesce difficile accettare l’ipotesi che la persona infilatasi nel culo di sacco, sia la stessa che è partita così ben armata di luce, alla conquista di mete tanto certe e chiare. E’ evidente che durante il viaggio viene sostituito il pilota.
Cazzo, sono come un autobus nel quale i passeggeri sono anche autisti, e fanno a cazzotti perché a ognuno di loro piace guidare. E ogni volta la direzione cambia. Perdindirindina.
Ciascun ometto si è clonato in un certo momento del mio passato, ne sono sicuro. C’è una stanza affollata di ometti impauriti, ad esempio. Il più anziano è nato quando quel coglione grande e grosso mi correva dietro per divertirsi, al tempo delle elementari. Ed è ancora qui, lo stronzo. Mangia a sbafo, e dovrebbe stare in pensione da anni. In un ospizio per vecchi babbioni.
Che poi il coglione che mi correva dietro me lo sono ritrovato tra le palle anche alle superiori. Però a quel punto ero più grosso io, e quindi mi lasciava in pace. Quando gli ho chiesto perché cazzo mi correva dietro, lui ha affermato di non ricordarsi di quel fatto.
Anche lui ha i suoi ometti, sicuro.
Io ho un discreto assortimento di ometti pigri, ansiosi, disfattisti, menefreghisti, refrattari, cinici. Se ne volete di più, cercateveli.
E tutti insieme saltano addosso all’unico Uomo che sento dentro di me. Chi lo prende a morsi, chi lo tira per le palle, chi gli sputa negli occhi. Una cosa straziante.
Eppure, sono soltanto piccoli pensieri nati chissà dove, quando avevo la guardia abbassata, quando ho preso qualche cazzotto sul grugno. Niente di male, piccole storie della vita, che si possono superare. Che addirittura io sono convinto di aver superato. Cose lontane.
Non è una gran bella vacanza, vivere nel passato.
 

16 thoughts on “Lontananze

  1. Vivere nel passato il più delle volte è un pugno nello stomaco inaspettato… ma è vita carnalmente vissuta in ogni suo attimo…

    Sia per te una serena notte senza fantasmi nella mente… ma con un caldo raggio di sole pronto a scaldarti. Un bacio Max…

  2. Mi calza a pennello l’immagine degli infiniti giochi dell’oca : convivono in me i diversi giocatori, ognuno col suo segnalino colorato. Il “più pessimo” è quello con il segnalino nero, che non voleva mai nessuno, un rompiballe inaudito che polemizza su tutto e cerca sempre di barare. Oggi ha la meglio lui, purtroppo.

  3. Tutti questi ometti sembrano essere i cavalieri della tavola rotonda. Ognuno di loro ha le sue caratteristiche e ciascuno esiste e combatte e vive e sbaglia e risorge perchè ha Artù come punto di riferimento. E lo stesso Artù è la somma delle contraddizioni e delle incertezze e del coraggio di ognuno.
    La tavola esiste finchè ci sono tutti e tutti prendono per sè i loro spazi di avventura.
    Bella pagina
    Mara

  4. :-))) mi è piaciuto molto il tuo post: verità, coraggio e autoironia. Il ridicolo è un’arma potentissima: se continui ad usarla, quei piccoletti si leveranno definitivamente dagli zebedei. Vivere nel passato per qualcuno è un rifugio, se sa scegliere i momenti giusti, eppure ci sono persone che non li trovano più o non li posseggono. Ad ogni modo, tu ed io sappiamo che è sbagliato, che il passato non si modifica e serve solo per trarne insegnamento: l’unico momento che conta è il presente….vero? Ichinen Sanzen: è ora di studiarlo sul serio, ma per comprenderlo davvero serve quella famosa spada invincibile “nelle mani di un coraggioso” … e tu lo sei 🙂

  5. Un caloroso saluto da Milano…

    Una Milano primaverile quella di oggi pomeriggio, nonostante le luminarie Natalizie ricordavano che oggi è il 10 dicembre. 12° che profumavano di inizio primavera, mischiarsi tra gli odori delle caldarroste, dello zucchero filato, e delle note tranquillizzanti degli Indiani che suonavano ai bordi delle strade del centro, sempre pronti a donarti un sorriso carico di serenità. C’è che il pomeriggio di oggi mi ha, in qualche modo rigenerata… c’è che fra sguardi sconosciuti cercavo un “contatto” che non ho trovato… ma che voglio trovare con tutta me stessa… ne ho bisogno… ora più che mai.

    Milano sa essere magica… davvero…

  6. Lessi un libro tanti anni fà, si intitola “L’anello di re Salomone” di Konrad Lorenz. Me lo consigliò una Prof. e mi lasciò davvero colpita. Parlava dell’imprinting sugli animali. Quel particolare fenomeno per cui, se la prima persona che vede una papera appena nata, sei tu, lei sarà per sempre convinta che sei la sua mamma, e si comporterà di conseguenza. E noi umani che tutto sommato ci differenziamo dalle bestie per qualche cromosoma, abbiamo la stessa peculiarità. Quello che ci capita durante l’infanzia e l’adolescenza, ci condiziona profondamente, causandoci quei famosi graffi dell’anima che ispirano il tuo blog. E se si ha il culo di nascere con un animo sensibile, quei graffi sono ancora più profondi, e ogni volta ritornano. Ora il problema che ci poniamo tutti è: come cancellarli? e’ presto detto: non si cancellano, facciamocene una ragione. A mio parere l’unico modo per uscirne è per prima cosa portali fuori fino in fondo e poi prendere atto che fanno parte di noi stessi, che ci rendono unici, ineguagliabili e poi metterli in un cassetto della nostra memoria, un cassetto prezioso che contiene i milioni di tessere che compongono la nostra anima.

  7. Ciao Max…anche questa volta nel tuo post c’è molto da condividere.Anch’io mi chiedo come possiamo permettere che le nostre care “cose lontane” continuino a condizionarci nel presente ,spesso in negativo, anche se pensiamo di averle superate .
    Cosa vuol dire “superare ? Non è certo cambiare ciò che è stato; possibile solo nei miei adorati film fantasy !!!
    Credo che la risposta sia nel riuscire a perdonare – perdonarsi e “andare oltre “, verso l’ignoto ,che potrà essere anche peggiore,ma tenendo conto dell’esperienza si può Sperare ,per lo meno , di non sprecare un minuto di più in sentieri noti ma sterili,che non ci possono migliorare ….non hanno più niente da darci se non messaggi invisibili ai nostri occhi di allora ,ma chiari quando li rivisitiamo con compassione.
    Certo non siamo indovini ,difficile da prevedere il futuro …rischiare con prudenza è la risposta !???
    La vita vissuta in fondo è un esperimento continuo , una serie di tentativi in base ad un progetto ..successi ed errori sono comunque risultati positivi…come nella tesi che non ho mai sostenuto !!!!
    Tutto insegna ,tutto ha un senso,anche le coincidenze. “Il caso e la necessità ” sono strettamente correlati !!!
    UNA via può essere VIVERE E SCEGLIERE, senza scaricare le proprie responsabilità sugl’altri , ometti autisti rissosi compresi. Scegliere può voler dire tante cose : MUOVERSI EO RIMANERE IMMOBILI A MEDITARE ,a fasi alterne. Amare il prossimo tuo come te stesso ,ma non più di te stesso. etc etc etc.
    Ma al solito predico bene è razzolo male ….non sono poi tanto ganzetta …..è la solita storia della differenza tra la teoria e la pratica …così nonostante i buoni propositi mi è accaduto spesso di rinascere ma ritrovarmi in “situazioni che stancamente si ripetono senza tempo”.
    “Insisti di più ” è la risposta ; “sei testardo ,questo è sicuro ,quindi ti puoi salvare ancora ” ,credo voglia dire : avere fede nel tuo sogno……e per quanto riguarda il passato ????
    Imparare a cercare il lato positivo ( infatti non sempre chi ti ha buttato nella merda lo ha fatto per cattiveria , non sempre chi ti ci ha levato lo ha fatto per bontà ,come l’elefante e il leone della barzelletta !!! ) ; essere consapevoli anche del buono di cui siamo stati capaci e riconoscenti per il bene ricevuto…tutto ciò ,se uniti alla chiarezza su cosa ci fa stare bene ed energia interiore ( quella che ti arriva dagl’altri è importante ma meglio non contarci ), può rendere più gradevole il soggiorno nel passato inferno , nel purgatorio presente , e metterti sulla buona strada “destinazione paradiso”, serenità ,…un bell’obbiettivo !!!
    Intanto Tu Scrivi ed IO Canto , che ci fa tanto bene !!!! Un sorriso.
    Ps: very important :scegliere bene gli eventuali compagni di viaggio …. !!!!!

  8. Quelli omini mi hanno fatto pensare a Yung che affermava che in noi abita un piccolo popolo.(lungo da spiegare in un commento) ma trovo questo post molto profondo

    Nella concezione junghiana dell’uomo il tratto caratteristico più importante è la combinazione della “casualità” con la “teleologia”. Sia il passato come realtà, sia il futuro come potenzialità, ci guida nel nostro essere presente.
    Jung sostiene che entrambi le posizioni sono necessarie per giungere a capire perfettamente chi siamo. Il presente, infatti, è determinato non solo dal passato (casualità), ma anche dal futuro (teleologia). Un atteggiamento puramente casuale porta l’uomo alla disperazione perché lo rende prigioniero del passato. L’atteggiamento finalistico, invece, dà all’uomo un senso di speranza e uno scopo per cui vivere.
    Il sapere bilanciare questo non è facile come non è facile lasciarci dietro il passato, ma è necessario per vivere oggi il presente.

    Perdonami se sono prolissa ma ci tenevo a riportarti uno stralcio che a me è stato fondamentale ad un certo punto del mi viaggio

    …Thich Nhat Hana, monaco e filosofo buddista del Viettman, ha spiegato in che modo gustare una buona tazza di tè,occorre essere completamente calati nel presente. Solo nella consapevolezza del presente le tue mani possono sentire il piacevole calore della tazza. Solo nel presente puoi assaporare l’aroma sentire la dolcezza, apprezzare la delicatezza. Se stai rimuginando cose passate o preoccupandoti del futuro, perderai completamente l’esperienza di goderti la tazza di tè. Anzi, guarderai nella tazza, e il tè non ci sarà nemmeno più. Con la vita è la stessa cosa. Se non sarai calato pienamente nel presente, ti guarderai intorno smarrito, e lei se ne sarà andata. Perderai così il sentimento,l’aroma,la delicatezza e la bellezza della vita. Sarà come se la vita ti passasse veloce davanti. Il passato è passato fanne tesoro e lascialo andare. Neppure il futuro è qui. Fa parte dei piani per il futuro, ma non sprecare il tuo tempo a preoccupartene. Non vale la pena preoccuparsi. Quando avrai cessato di preoccuparti di ciò potrebbe accadere, allora sarai calato nel momento presente. Allora comincerai a sentire gioia nella vita…

    Tra le righe leggo dell’autoironia che mi fa pensare con quanta tranquillità si possano affrontare i fantasmi se solo abbiamo la voglia di armarci e combatterli affinché essi spariscano dalla nostra mente.

    Trovo in questo post un tratto psicologico molto forte e importante che sarebbe bello sviluppare se tu me ne dai il permesso

    Chiedo venia per l’essere prolissa

  9. che cazzo…gli stessi uomini dentro il mio essere umano!!! ( o forse dentro le donne ci sono mille donnette isteriche, stronzine, pazze, innamorate, sensibili, ……? )

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