Blogger?

Vecchio Blog
E’ da stamani, appena alzato, che una vocina mi ronza in testa. Dice: “Che cazzo lo tieni a fare un blog, se non ci scrivi mai?”
La trovo una domanda abbastanza corretta, pur considerando che un bel po’ di pagine comunque le ho scritte, in passato.
Ma un blog ha modalità di pubblicazione particolari: è raro che qualche occasionale visitatore si avventuri oltre la prima pagina, soprattutto se l’ultimo post rimane troppo a lungo appunto l’ultimo post. Sembra un blog abbandonato, è facile schizzare altrove, internet è uno strumento molto veloce: ti trovi a scarrozzare un po’ in giro saltando da una pagina all’altra e alla fine non ti ricordi neanche dove sei stato. E allora ti fermi un po’ su Facebook a spaccarti le palle per cancellare le richieste di quiz insulsi ai quali non vuoi rispondere – del resto a chi frega sapere quale tipo di merendina del mulino bianco ti rappresenta meglio?  – e poi a porgere allegri auguri di compleanno verso persone che non hai mai visto in vita tua. Gli amici, quelli che tutti hanno una pagina personale e ogni settimana ti inviano una richiesta per diventarne fan, neanche si trattasse di Nicole Kidman, spero che si scriva così. E poi a cena. Sì: l’ho fatto anche io, di invitare qualcuno a visitare il mio blog, sono un pernicioso come tanti.
Ha un bel parlare Baricco delle nuove tipologie o modalità di fruizione della cultura – vissute pare da alcuni come terrificante e violenta mutazione e imbarbarimento – sottolineando come anche grazie a internet e ai suoi potenti motori di ricerca si assiste oggi  alla creazione di un nuovo modello di esperienza e percezione basato su traiettorie veloci e di superficie che tracciano per noi trogloditi inconsueti e stupefacenti sentieri del sapere,  in contrasto con l’antiquata e obsoleta abitudine o idea comune di approfondire un argomento piuttosto che sfarfallare in giro.
La realtà è che la maggior parte del tempo passato a navigare è sprecato, e non mi riferisco a marinai.
E questo è un blog, non un libro poggiato sul tuo comodino in paziente attesa, che poi a guardarne la copertina dopo un paio di sere che decidi di dormire subito invece di leggerne un paio di pagine, ti senti quasi in colpa, forse per i soldi che ci hai speso, o almeno.
Questo è un blog, e devi decidere di venire a trovarmi, cosa spesso tediosa nel momento in cui ti trovi perso nel mare magnum, attaccato come una protesi al tuo mouse con la consapevolezza che il prossimo click potrebbe essere un po’ come la marea di Cast away, e soprattutto se ti ricordi che a fronte di numerose visite non hai trovato niente di nuovo o di interessante.
Aggiornare un blog è la regola principe per ricevere visite, lo sanno tutti.
La verità è che io sono pigro, e ammetto questa colpa solo per schivare il pensiero o la domanda perfetta: “Forse non hai niente da dire?”
E quindi mi scuso con voi pochi se quando passate mi trovate in disarmo. Adesso oltretutto inizia l’estate e col mare sotto casa che invita e seduce come una sirena, figuratevi quanto tempo verrà dedicato alla scrittura.
Se poi vogliamo dirla davvero tutta, questo blog ai suoi tempi fu creato per realizzare una idea ben precisa, qualcosa che credo con molta prosopopea potremmo equiparare ad una linea editoriale. Poi nella realtà ci si rende conto che realizzare un’idea richiede tempo, fatica, costanza e dedizione. Lo si sapeva anche prima, ma appare evidente nel momento in cui si rimbalza sul muro, di gomma. E allora si decide che è più carino andare al mare.
Quindi la domanda di cui sopra conserva la sua pertinenza.
A voi non ve ne frega un cazzo, lo so e fate bene. A me, non so.

1 thought on “Blogger?

  1. E invece a me piace, qui.Ti avevo perso di vista, lo confesso.Ma credo, con la diaspora splinderiana (che sa tanto di roba da fantascienza) di aver finalmente appreso la legge d’impermanenza di cui parla Cyrana.
    Quindi, rieccomi qui.A rileggerti.

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