mare di papaveri

Uncategorized

Si può annegare tra queste onde di un rosso brillante, anche se la superficie non appare increspata, e fino a dove l’occhio può arrivare, fino all’orizzonte, è  un infinito agitarsi piatto di petali mossi dal vento.  
Se le onde non salgono a cavalcare la linea tesa di questo mare è soltanto perché sono incatenate a terra, come te e come me.  Lunghi steli trattengono i petali che si agitano come volessero volare via, forzandoli in una riga orizzontale e tenendo ogni pianta separata.  
E’ un movimento sotterraneo, quello che seduce, nascosto agli occhi se ne stai fuori, un movimento che si rivela chiaro quando ti avvicini e ti immergi. Da dove siamo, non possiamo vederlo: devi entrarci dentro, non c’è altro modo. Nella distanza, tutto sembra immobile.
Se mi prendi per mano, accetterò la decisione che hai preso, di tenere gli occhi chiusi, e accompagnerò la tua traversata.
Sentirai qualcosa di fresco e di dolce, delicato, accarezzarti le gambe, ma non saranno le mie mani. Metterai un passo dopo l’altro, procedendo nell’incertezza, ma io ti guiderò.
E una volta superata la distesa tra le due rive, avremo percorso un tratto di strada insieme, e forse tu col palmo della mano libera avrai saggiato la carezza dei fiori spalancati verso il sole.
Senza vedere.
Questo rosso tremulo, che lasci ai miei soli occhi, è la distanza che ci separa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĂ  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *