Giuseppino

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Pino siede sui gradini del Mercato Centrale.
Lo incontro ogni giorno, quando vado a consumare il rito del caffé al bar di Claudio, sempre alla solita ora, o quasi. Salgo quei quattro gradini che vedete nella foto e lo incrocio: ci sorridiamo, lo saluto, mi saluta. Pino è uno del posto, ormai. Anche io sono uno del posto. Scambiamo quattro ciance, e di tanto in tanto gli offro un “mezzo di bianco”.
Pino è originario di Sorso, in provincia di Sassari, naturalizzato livornese.
Ebbene, Pino è stato due volte campione italiano di Ju Jitzu, categoria 45 chili. Era in dirittura d’arrivo per le Olimpiadi di Seoul, ma l’errore della sua vita lo aspettava dietro l’angolo. In un punto imprecisato della Thailandia, Pino viene in contatto con degli “amici” che gli chiedono un favore. Pino immagina, a torto, che la Nazionale italiana di Ju Jitzu goda di un trattamento privilegiato alla dogana e quindi si incarica di “esportare” una certa quantità di merce per conto di questi famigerati amici. Viene estradato e processato per traffico internazionale di stupefacenti. Viene estromesso dalla squadra e perde le sue Olimpiadi. Per l’inflessibilità di due cognati Carabinieri, viene rifiutato dalla famiglia. Soltanto con una delle sorelle conserva un minimo rapporto: Soltanto mia sorella mi è stata vicino.
Non è un Santo, Pino. Sapeva quel che faceva e la merce che tentava di esportare piaceva anche a lui: lo rendeva più forte e aggressivo nello sport. Ma un uomo può sbagliare e pagare il conto dei propri errori, quindi non condanniamolo adesso. Mi piace una frase di Pratolini, trovata nel romanzo “Il quartiere”, e spesso letta e riletta: Resistiamo da secoli, intatti e schivi. Un uomo cade, una donna precipita, ma erano secoli che resistevano, eternità che stavano in piedi con la forza della disperazione di una speranza – e questa gli è venuta meno dentro al cuore tutto a un tratto.
Gli allori svaniscono, e Pino per un certo tempo lavora al nero come camionista per una nota ditta di trasporti, finché gli viene tolta la patente, come colpo di coda del processo.
E Pino si dà alla strada.
E sulla strada incontra amori, tanti amori.
Perché ero bello, capelli biondi e lunghi.
E sulla strada mette al mondo due figli, con due donne diverse ma entrambe cittadine austriache, va a capire come, quando e dove… io mi ci sono perso in questa storia, e non ho chiesto oltre.
Adesso Pino dorme in una casa diroccata di Antignano, frazione di Livorno.
Ride: Una casa vicino al cimitero.
Non è graffiato da desideri particolari. Mangia bene, dorme bene, non disturba nessuno. I soldi hanno poco valore: gli scorrono tra le mani come sabbia, quando ne ha.
Ogni mattina, Pino siede sui gradini del Mercato Centrale. Osserva con occhi sereni il mondo che gli scorre davanti, frettoloso ed affannato, inquieto e proiettato verso qualcosa. Lui guarda tutto questo agitarsi e correre con la faccia di chi non ha niente da chiedere, tranne quei pochi spiccioli che riusciamo a sfilare dal nostro egoismo.
Ed io che sono pieno di inutili desideri, io che coltivo un campo seminato a frustrazioni, vorrei avere un grammo della sua semplicità.
 

23 thoughts on “Giuseppino

  1. Aveva tutto ed é rimasto senza nulla … oppure aveva nulla e si é ritrovato con tutto? Dipende dalla prospettiva di chi osserva questa storia.
    Io preferisco pensare che il tesoro che oggi possiede Pino sia d’inestimabile valore.
    Lui possiede sé stesso.
    Mi ha commosso questo tuo post e, come te, mi sono sentita «piccola» pensando al mio campo seminato di cose inutili.
    Grazie Max.
    Sei arrivato a ricordarmi, attraverso le cose più semplici, quelle che contano davvero.
    Un bacio

  2. Dimenticavo … nel post precedente scrissi “Splendido post, Max … lezione di vita” … ora dimmi … quale frase potrei dirti per aumentare l’intensità???
    Forse che le parole migliori siano :”… mi togli la favella??” ;o)
    Adoro il tuo modo di scrivere!!

    LetterePerTe

  3. Qualche anno fa facevo la volontaria in un mensa “dei poveri”. Rivedere qui alcuni degli sguardi che presenti mi fa effetto. Perché sono sempre, tutti, sguardi che vanno in fondo, che sembrano sapere. Era un mondo diverso e tremendo che ti si apriva davanti, e ti spingeva a riflettere su chi eri davvero tu. Ogni viso aveva un storia dietro, che non era mai banale. Per me, era anche difficile trovare il modo giusto di parlare e di muovermi. Grazie per avermi riportato a quel tempo e a quei pensieri.

  4. Grazie, Margherita, buon fine settimana anche a te, un bacio.

    Searching, mi accorgo sempre più che mi piace raccontare storie, di altri. Più che raccontare la mia. Che dici, è una fuga o un approfondimento della vita? Forse raccondo anche di me, attraverso queste storie.

    Bellissimo commento, Fenicee: sguardi che vanno in fondo, che sembrano sapere… lo penso anche io. E c’è qualcosa di tremendo ma in fondo di splendido, che ti costringe ad indagarti, è vero.

    Ciao, Chiara… anche io credo che Pino abbia un tesoro di immenso valore: le cose che contano davvero. A volte confesso che mi viene qualche dubbio, su questo, e mi domando se Pino possiede davvero sé stesso o se invece è una vittima della vita o dei propri errori… ma credo che che sia la girandola dei desideri indotti, quel rincorrere ogni giorno la vita, che ci avvolge e ci trascina ognidove, a farmi nascere questi dubbi… in fondo io cerco la semplicità, ma è così difficile.

  5. Forse Pino é solo una vittima della proprie scelte.
    Mi sono chiesta, come te, mentre scrivevo “lui possiede sè stesso”, se fosse veramente così … ma l’istante successivo, questo quesito é svanito perché sono convinta che solo chi possiede sé stesso può scegliere di accontentarsi del “nulla”.
    Anche senza saperlo … noi scegliamo sempre qualcosa.
    Ma poi, in fondo, sono solo pensieri … chissà cosa si può provare ad essere dentro a quel sorriso.
    Max … forse stai cercando ciò che già possiedi… :o)
    Un bacio

  6. e’ un po’ una fuga e un po’ no.
    nei tuoi racconti parli di altri, nei tuoi commenti leggo di te.
    quello he mi hai lasciato oggi, ad esempio, e’ bellissimo e te ne ringrazio.

  7. Incredibilmente interessante, e meravigliosamente scritto questo articolo.
    Riesce a dare un’alone di dolcezza infinita a quest’uomo.
    Pino non ha scelto la strada, pino è stato costretto a scegliere la strada da una società intollerante e troppo falsamente perbenista. Una società che non perdona i deboli. Se Pino avesse costruito una fortuna finanziaria prima, non sarebbe stato costretto alla strada.
    Ma ora è li e ci sta con pacata rassegnazione, quasi divertendosi, come si può divertire uno che non ha comportamentamenti stereotipati a rispettare. Uno cui basta un tetto vicino al cimitero per stare in pace con se stesso. Eppure io mi chiedo se le sue notti siano popolati da sogni intrisi di rimpianto, di nostalgia per quei figli che probabilmente neppure conosce… chissà.
    A volte dietro al sorriso di un uomo si nasconde moltissima sofferenza.

  8. è davvero bellissimo questo ritratto, e c’è “cuore”: credo che questo tuo blog, questo raccontare gli altri, ti aiuti a svilupparlo, oltre che a trovare te stesso e imparare a scendere sempre più in profondità nel significato reale delle cose 🙂

  9. Caro Pino Stupenda descrizione della vita di un uomo…..che forse dopo averne passate tante accetta tutto com’è senza farsi troppi problemi…….Si la vita andrebbe vissuta come se fosse un nettere goccia..a goccia.
    Grazie x il tuo fantastico racconto Buon Wee_keend kiss

  10. Strani i modi in cui le persone si trovano, si arricchiscono. Forse è vero che quando intorno non hai più nulla cominci a guardare in te stesso e scopri che il tesoro era lì sommerso. Ma mi chiedo, l’animo umano davvero è in grado di accontentarsi? Io non riesco ad immaginare che quell’uomo non abbia desideri.Desideri che non mostra ad altri. Non lo so, forse sono io che non sono capace di vedere.
    ciao ciao

  11. …sono giusti i tuoi dubbi, Lectrice: li ho anche io. Ma forse siamo restii ad abbandonare i nostri consueti schemi? Non lo so.

    Sì, Romanticaperla, credo anche io che la vita andrebbe vissuta come dici tu… un bel traguardo. Io attualmente non ci riesco, tu?

    We, Cye, spero tanto che tu abbia visto giusto! Mi ci vuole, ‘sta cosa. Un bacio.

    Ciao Stella. …non viviamo in fondo tutti dove è facile graffiarsi? Io non riesco ancora ancora a non lasciarmi graffiare. Per adesso mi basterebbe imparare a curare i graffi che già ho.

    Grazie Perlasmarrita per il tuo bellissimo commento. …chissà come sono le notti di Pino, davvero, in quella casa vicino al cimitero…

    Searching, grazie a te, sei molto cara. …un po’ una fuga e un po’ no… bisogna che ci pensi, a questo.

    Chiara… chissà cosa si può trovare ad essere dentro quel sorriso… bellissimo.

  12. ehh, Pino ha proprio un bello sguardo, e delle belle rughe…spero mi resti una scheggia della sua luce negli occhi e qualche solco per ricordare sempre chi sono. ovunque vada…
    ps. anche io abito vicino al cimitero, lo si vede dalla finestra :).
    un bacio grande a Max da cri dans le studio

  13. chi non ha niente …..e vive per la strada…….. chi ha bisogno di poche e semplici cose……. non ha come noi tutti quelle necessita’ superflue e quei desideri che a volte non centrano niente col vivere sereni …………. di sicuro questo è un lato diciamo raccontato dolce di una situazione non certo rosea ma di sicuro …….. per certi versi è piu’ felice di noi ….. scritto davvero bene …..grazie per il tuo passaggio sul mio blog ho apprezzato ………. ripassero volentieri ….senza lasciare graffi la vita ne’ gia’ troppi 🙂

  14. Dovetiporta, sono io che ringrazio te per quel post che ho trovato sul tuo blog. Veramente bello, scritto con il cuore. Ho condiviso la tua emozione ricordando allo stesso tempo quei miei momenti così simili al tuo. Ho ricordato rivivendo, e rivivendo ho sorriso e rimarginato tagli che avevo dimenticato. Senza graffi, va bene. A presto.

  15. non c’è nulla di astratto in questi ritratti. per fortuna.
    sono come quadri impressionisti.
    sono luci ed ombre in immagini e
    parole.
    molto belli.

    [non vedo dipinti, ne hai postati?]

  16. La semplicità è un gran traguardo, Narcysa, lieto che condividi.

    Non ho ancora postato i miei quadri, Giarina, lo farò presto. “Luci ed ombre con immagini e parole”. Bellissimo, grazie.

  17. Mi sono svegliata questa mattina pensando a Pino. E’ incredibile come l’eco di certe immagini, certe parole, tornino a risuonare nel profondo. Ne avevo bisogno e non posso far altro che ringraziarti, perché attraverso questo tuo antico sguardo oggi mi sono sentita più forte… ed ho avuto un po’ meno paura.
    Un abbraccio forte :o*

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