Fossi

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Questa notte ho sognato di adottare un cane trovato per strada.
Pensandoci bene, non stavo davvero sognando: mi trovavo in quello stato che viene definito di dormiveglia.
In ogni modo, avevo un cane, e vedendomi nella necessità di dargli un nome ho riunito gli amici più cari, i quali, disposti in cerchio intorno al cane, hanno iniziato a considerarne le caratteristiche.
Uno diceva: se fosse più basso, potrebbe sembrare un cocker;  un altro: se fosse più alto, assomiglierebbe a un labrador;  poi: se fosse più scuro, potrebbe passare per un dobermann. Se fosse più intelligente, non si sarebbe fatto trovare da te. E così via. In effetti,  le qualità fisiche del cane in questione non consentivano di formulare una ipotesi precisa sulla razza alla quale apparteneva. Per dirimere la questione ho quindi deciso di chiamarlo Fossi.
Congedati gli amici, mi sono accorto che non riuscivo più a trovare Fossi. Il cane c’era, di questo mi sentivo piuttosto sicuro, solo, non riuscivo a vederlo. In qualche modo che adesso mi appare oscuro, sentivo che ci stava un senso preciso in questa sua assenza-presenza.
Qui ho commesso un errore: non ho dato ascolto alla voce interiore che mi consigliava di alzarmi e mettere su carta la geniale intuizione che mi aveva colto intorno alle peculiarità di Fossi. Convengo con me stesso che non è facilissimo alzarsi nel cuore della notte per fissare alcune note su un cane immaginario. Forse ne converrete anche voi.
Per quanto mi scervelli, scandagliando i più profondi recessi della memoria, non riesco a ricordare. Posso soltanto azzardare l’ipotesi che le caratteristiche ambigue di questo cane, nonché il suo nome e la circostanza che si ostinasse a restare invisibile seppur presente, in qualche modo avessero attinenza con la natura celata del mio essere.
Se fossi stato più presente a me stesso, mi sarei alzato a scrivere ‘sta cosa, ed oggi avremmo un buon argomento di conversazione.
Ma non ce l’ho, chiedo scusa.
Non so che farne di questo scritto,  ci sarebbe forse da aggiungere qualcosa, ma al momento non saprei proprio.
Lo metto qui, che per adesso non ho altro posto.
Se fossi più veloce, oggi avrei un mio spazio personale.
Ma non ce l’ho, chiedo scusa.

12 thoughts on “Fossi

  1. facciamo finta che tu non stia giocando e che io ti risponda in modo serio.
    Escluso che si tratti del plurale di fosso non può che essere una declinazione del verbo essere.
    Ma ora mi spieghi perchè l’altra notte avevo da fare con le gru, non gli uccelli, quelle che costruiscono case o caricano le navi….ecco il porto!!! ne ho viste di recente una vera selva 🙂

  2. 🙂
    eppure è un’esperienza che dovresti fare: scioglierebbe nodi che ignori d’avere e che ti trattengono dal prendere il largo.
    forse è la chiave della stanza segreta, chissà: magari dietro quella porta risuona la musica dei tuoi giorni…

  3. Non chiedere scusa, ha i fatto bene a scrivere anche se in “ritardo…
    non è detto che se l’avessi fatto subito avresti dato una spiegazione a questo sogno… io comunque credo che i sogni siano partoriti dalla nostra personale realtà e per trovare una risposta sempre meglio farlo da svegli 😀
    Un soriso per te!

  4. questo sogno mi ha coinvolto.
    Io so quanta dolcezza riesiede
    nel canino minaccioso
    quanta potenza è sprecata in uno slancio sempre frenato
    per causa mia

    diotima.blog.tiscali.it

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